Scompare all’età di 91 anni la grande astrofisica italiana, da sempre attiva su ogni fronte scientifico e civile
Sono trascorsi esattamente sei mesi da quel 30 dicembre 2012 che portava via con sè Rita Levi Montalcini, donna di scienza e premio Nobel per la medicina nel 1983. Recentemente, il 29 giugno scorso, un’altra grande donna si è ricongiunta alle stelle alle quali ha dedicato una vita di studi e passione. Margherita Hack è stata una delle più grandi astrofisiche che il nostro Paese abbia potuto annoverare tra le personalità di spicco, quasi a pari di “eroi”. Laureata in fisica a Firenze nel 1945, aveva presentato una brillante tesi astrofisica sulle Cefeidi, poi definite “stelle pulsanti”, fondamentali per misurare le sconfinate galassie.
La Hack, però, non è stata solo una studiosa da laboratorio, ma donna attiva su ogni fronte, ed è stato il costante impegno nella divulgazione scientifica, grazie anche a numerose pubblicazioni internazionali, a valerle innumerevoli titoli, premi e riconoscimenti. Il prestigio dell’esperta scienziata è cresciuto con la cattedra ordinaria presso l’Università di Trieste, dove ha insegnato astronomia dal ’64 al novembre ’92, quando venne collocata fuori ruolo per anzianità. La Hack è stata anche la prima donna a dirigere un osservatorio astronomico e la pregevole guida da parte sua presso quello triestino è valsa a questo rinomanza internazionale. Per lunghi anni direttrice del dipartimento di astronomia dell’Università di Trieste, ha ricevuto prestigiose proposte dalle Università di Berkeley, Priceton, Parigi e molte altre. Per una donna che ha sempre fatto di sè un emblema di gentilezza e stravaganza, non sono mancate le vincenti collaborazioni con l’European Space Agency e la National Aeronautics and Space Administration. Il suo apporto, tramite una campagna di promozione, ha garantito all’Italia una significativa espansione nello sviluppo e nell’utilizzo di nuove reti di satelliti.
Una donna “a tutto tondo”, insomma, la Hack ha fatto della passione civile per il dialogo e il dibattito pubblico un grande strumento di confronto e comunicazione. Memorabile i suoi interventi, i suoi libri “a sfogo libero” e le sue interviste. Mai nulla di scontato, di trito e ritrito, già detto. Ricordo quella volta a Piazza della Signoria, nel 2008, a proposito della riforma delle Università, parlò di una “falsa democrazia” e di un governo che distrugge l’Italia. In un Paese dove i “governanti raccontano barzellette” si è perso – sosteneva la Hack – il piacere e l’interesse per la ricerca e conoscenza “pura”, quella che non si pone come fine ultimo risultati e riscontri immediati. In sede di quella lezione in merito agli esperimenti del CERN sul bosone di Higgs, la ricercatrice si dichiarò contraria alla legge 133/08 (decreto Tremonti). Sostenitrice del Partito dei Comunisti italiani, è più volte risultata vincitrice in politica ma solo per poi rinunciare e contiunare a dedicarsi alla scienza. Da sempre attivista, impegnata sul fronte dei diritti degli animali, mossa dall’amore per i suoi otto gatti e per il suo cane, ma anche convinta vegetariana. Si è, in svariate occasioni, dichiarata favorevole all’eutanasia (nel 2011 ha anche sottoscritto il proprio testamento biologico n.d.r.) e ai diritti e al riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali. Con grande fiducia nei giovani, che oggi trovano sempre più difficilmente modo di emergere, la Hack è favorevole anche al nucleare, sebbene il territorio italiano – a suo dire – non potrebbe accogliere per conformazione e sicurezza gli impianti, ma causando, così, un inquinamento minore.
La sua vita è stata connotata dai punti cardine Firenze, dove è nata il 12 giugno 1922, e Trieste, dove si trasferì nel ’63. Il tutto con un’immensa passione per la lettura: oltre ventiquattromila libri costituiscono una piccola “biblioteca” presso l’abitazione dell’astrofisica. E poi il rapporto con la fede: nata in una famiglia vicina alle dottrine teofisiche, era atea e sosteneva di agire inconsapevolmente per un principio morale che non vedeva, nelle buone opere, una ricompensa o un premio in un’altra vita dopo la morte. Umberto Veronesi l’ha definita “icona del pensiero libero e dell’anticonformismo”.
Ci lascia alle 4.30 del 29 giugno scorso presso l’Ospedale Cattinara di Trieste dove, da alcune settimane, era ricoverata per il peggioramento delle condizioni cardiache e per difficoltà respiratorie. Si era rifiutata di avvalersi di trattamenti e cure indispensabili e necessarie, che aveva ritenuto pericolose. Accanto a lei il marito Aldo De Rosa, con il quale era sposata da settant’anni, e l’amica Marinella Chirici. Le esequie si sono svolte, su volontà della Hack, con una cerimonia privata.
Si sentirà la mancanza della sua inseparabile bici e del suo marsupio… Una Signora della Scienza e delle Stelle, italiana nel mondo, anteponeva il cervello alla religione… Si ricongiunge alle sue stelle all’età di 91 anni. Mi piace ricordare il suo pensiero e il suo modo di interpretare la vita in queste poche righe:
”Penso che il cervello sia l’anima, non credo alla vita dopo la morte e tanto meno a un paradiso in versione condominiale, dove reincontrare amici, nemici, parenti, conoscenti”
Un piccolo omaggio all’ennesima GRANDISSIMA italiana che se ne va, raggigungendo quel firmamento che per quasi un secolo ha amato…
Marco Fallanca