“Ti amo, amico verso, / poichè quando sento il petto / molto carico e disfatto / porto con te questo peso”. Con queste parole del cubano Josè Martì (1853-1895), erode dell’indipendenza della sua isola, vogliamo sintetizzare la manifestazione “Benvenuta Estate 2013 con Akkuaria“, svoltasi negli accoglienti locali della libreria Mondolibri di Catania in via Umberto 30, nel pomeriggio del 21 giugno c.m.
La iniziativa vulcanica e come sempre, animata di passione sicilianista, di Vera Ambra, donna di multiforme ingegno in quanto editrice, scrittrice, operatrice culturale e anima di Akkuaria nonchè del movimento di pensiero Alienismo e di altre similari innumerevoli iniziative, è riuscita per l’ennesima volta, in una giornata segnata dalla canicola del solstizio, a raggruppare alcune decine di persone, irriducibili alcuni, nuovi altri, ma uniti dal comune filo denominatore dell’Amore per la Letteratura, forse il solo, unico “pane”, secondo la lectio di Dante nel Convivio, che “appo gli angeli si manuca”.
E la serata si dipanò egregiamente, aperta e conclusa in modo delizioso e elegante da una voce siciliana che canta l’eterno amore, ovvero la cantante Cinzia Sciuto, la quale si profuse, sfidando le corde della sua chitarra, nella interpretazione di due canzoni della cantatrice dell’anima folk di Sicilia, la quale fu Rosa Balistreri: una canzone ambientata nella palermitana Vicaria, e la chiusa sul sentimento amoroso.
Vera Ambra presentò gli autori convenuti, i quali volenti o nolenti furono “costretti” dall’affetto che li lega alla promotrice, a raccontare dei loro libri, quindi a manifestare il proprio contributo, sia pietra o sabbia i posteri lo delineeranno: da Patrizia Marcenò con il suo volume autobiografico, a Laura Rapicavoli con i propri racconti; dalla giovanissima Sole con il suo romanzo per adolescenti scritto da mano esordiente e quindi intimidita ma fresca, a Tino La Vecchia con il suo volume di narrativa “verista” ambientato anche nel mondo della scuola e invitante a non arrendersi agli inevitabili eventi della vita; a Pippo Nasca, il più anziano ma non il meno entusiasta della allegra comitiva, che si dilettò di enumerare le sue prodezze fantastiche racchiuse in tre volumi di cui uno di biografia, l’altro di racconti e il terzo, parodia brillante dell’Eneide. Importante anche l’intervento di Salvatore Barbagallo, pittore che ha inteso precisare il nesso tra il movimento alienista e il Verticalismo, su cui si proseguirà l’approfondimento.
Francesco Giordano, a cui Vera Ambra spietatamente “impose” di aprire la serata dopo le note di Cinzia Sciuto, vòlle ricordare Domenico Tempio catanese poeta del periodo illuminista, di cui con Akkuaria ha pubblicato recentemente un saggio con antologia poetica (http://www.akkuaria.org/francescogiordano/index.htm), leggendo alcuni versi da “Lu veru Piaciri“, in cui il cantore settecentesco descrive Catania in fervida rinascita post-terremoto e i numi tutelari di essa, il Vescovo Ventimiglia e Ignazio di Biscari, a cui moltissimo la cultura del tempo deve, anche per la loro notoria militanza nella Massoneria. Il dicitore Orazio Costarella recitò poi, sempre di Tempio, le poesie “La Libirtà” e “La petra e la quartara”; Giordano concluse, auspicando che la nostra Sicilia un giorno raggiunga la piena libertà non solo nella cultura, preminenza testimoniata nei secoli, ma anche nell’autogoverno, leggendo alcuni versi dell’indipendentista Martì, dedicandoli alla promotrice e all’Amicizia, il cui nesso portante è nella festa del solstizio d’estate: “Cultivo una rosa blanca, \ en julio como en enero, para el amigo sincero \ que me da su mano franca\. Y para el cruel que me arranca \ el corazòn con que vivo, \ cardo ni oruga cultivo: \ cultivo la rosa blanca”.
Così, in contemplazione della rosa (che nasce sempre dalla croce), si celebrò anche a Catania, nella valle del Simeto, il solstizio d’Estate di Akkuaria, per amore di Sapienza.