Gran ritorno del Maestro Battiato al Bellini

Posted by on May 6th, 2013 and filed under News, Recensioni. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. Both comments and pings are currently closed.

Eccezionale esecuzione di pezzi classici riadattati alla sua straordinaria voce. Toccanti letture di Sgalambro. Grande protagonista, concede numerosi fuori programma

 Il Maestro Battiato sorprende ancora una volta tutti con due concerti inseriti nel cartellone della Stagione Sinfonica 2012-2013 del Teatro Bellini, tornando, dopo molti anni di assenza, sul palco del Massimo sabato 4 e domenica 5 maggio.

In occasione del grande evento, il Maestro si è affiancato all’orchestra stabile del teatro, al direttore artistico Xu Zhong e a Carlo Guaitoli al pianoforte. Solo il genio eclettico e creativo di Battiato poteva riuscire a trovare un perfetto connubio tra i brani di Brahms, Wagner, Quilter, Chaplin  e Martini, e i testi, più unici che rari, ai quali il Maestro ci ha abituato.  L’appuntamento di sabato 4 ha visto un Bellini “tutto esaurito”, dalla platea, ai palchi, alla galleria.

Un’iziativa tesa a far avvicinare le giovani generazioni alla cosidetta musica colta, attraverso la quale si spera di creare un “ricambio generazionale” per il pubblico del nostro tempio dell’opera, dal quale i giovani tendono sempre più ad allontanarsi. Senza tener conto dei continui tagli ai fondi, operati dalla Regione ai danni dei teatri, come ricordato prima dell’inizio del concerto da un membro dell’orchestra.

L’ingresso del Maestro viene accolto da un pubblico calorissimo e particolarmente frizzante. Trai brani eseguiti figurano “Un irresistibile richiamo”, tratto dal nuovo album dell’artista, “Caliti Junku”, “Il Serpente”, poi, tra gli applausi, la romantica “Plaisir d’amour” di Jean Paul Martini, seguita dai tedeschi Brahms e Wagner, rispettivamente con “Gestillte Sehnsucht” e “Schmerzen”. Singolari gli adattamenti del sonetto Shakespeariano “Come Away Death”, con le musiche di Roger Quilter, e di “Se mai” di Charlie Chaplin. Ma Battiato, amatissimo dal pubblico, è un vero schowman: improvvisa, quasi a sostituirsi al “collega” Zhong, che viene punzecchiato e con il quale scambia qualche battutina.

Poi, finge di aver dimenticato che, nel programma, è previsto l’intervento dell’amico Manlio Sgalambro. Il celebre filosofo appare dapprima incerto per poi iniziare la lettura di alcuni suggestivi brani riguardanti temi fondanti come l’amicizia e la sicilianità. Di certo, un intervento di straordinario peso culturale e intellettuale.

L’esibizione del Maestro riprende con “Aria di neve” di Sergio Endrigo e con “La Chanson des vieux amants” di Jacques Brel. L’inconfondibile voce di Battiato si unisce alla modesta pronuncia dei testi in lingua. Il concerto si conclude con “L’ombra della luce”, “Le sacre sinfonie del tempo”, “Prospettiva Nevskij”. A compimento del tutto, numerosi fuori programma che prolungano lo spettacolo, è davvero il caso di dirlo, per oltre mezz’ora. Ed ecco “Povera Pratia”, “Stranizza d’amuri”, “Gli uccelli” e “L’addio”.

Il Maestro Xu Zhong si mette, a questo punto, da parte: Battiato, accompagnato dal piano, si esibisce a “braccio”, trascinando il pubblico che ricambia con lunghi applausi. Purtroppo non vengono eseguiti i celebri brani di musica leggera, non proposti anche in chiave dell’apposito concerto di lunedì 6. L’apice massimo di gradimento da parte del pubblico si avverte con l’immancabile “La Cura”, vera poesia musicata. Durante le prove, all’assenza di un membro dell’orchestra, commenta: “Era vuoto come la politica italiana”.

Il Maestro ha voluto soffermarsi sull’esigenza di diventare artisti per necessità e non per successo o soldi. Quello di Battiato è un genere unico, che va oltre la semplice musica, privo di ritornelli prestabiliti, con motivi e testi sempre nuovi.

Per la prima volta ho assistito ad una performance dal vivo dell’artista catanese ed ho avuto modo di cogliere lo straordinario affetto che il suo pubblico nutre nei confronti dell’uomo, prima che del cantante. Probabilmente è la dolcezza delle note e delle parole a creare un’atmosfera toccante e perfettamente condivisa dai presenti. Un concerto all’insegna di una tradizione che viene continuamente svilita dai talent, come ricordato da Battiato durante l’incontro con i ragazzi delle scuole.

Insomma, raramente si assiste ad una reciproca dichiarazione d’amore tra un artista e il proprio pubblico

 

Marco Fallanca

 

 

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