Alla grande attrice, moglie e musa di Vitaliano Brancati, l’ente aveva dedicato nei giorni scorsi la nuova produzione della commedia “La governante”, in tournée nazionale con la regia di Maurizio Scaparro, protagonisti Pippo Pattavina e Giovanna Di Rauso
CATANIA – «È morta virtualmente in scena, mentre sul palcoscenico romano del Quirino il Teatro Stabile di Catania riproponeva quella scandalosa “Governante” concepita per lei dal marito Vitaliano Brancati, il grande autore etneo di cui fu compagna e ispiratrice. E proprio ad Anna Proclemer, attrice inimitabile e fiera che si era battuta per anni contro la censura e il divieto di rappresentare il testo, avevamo dedicato nei giorni scorsi questa nuova edizione del dramma brancatiano, che Maurizio Scaparro ha messo in scena da par suo, in stretta consonanza con chi ne era stata la prima, celebrata interprete».
Così il direttore Giuseppe Dipasquale, a nome di tutte le componenti del Teatro Stabile di Catania, rende l’estremo, partecipe saluto al superiore talento di Anna Proclemer e si associa al cordoglio della figlia Antonia Brancati, nel ricordo delle indissolubili affinità elettive che hanno legato e sempre legheranno le due donne alla città dello scrittore e al suo teatro. Un lungo rapporto che coincide con la storia cinquantenaria dello Stabile e approdato da ultimo nella riproposizione di una pièce di culto, come “La governante”, interpretata oggi da Pippo Pattavina e Giovanna Di Rauso nel ruolo che era stato della Proclemer.
«La mia amica Anna – sottolinea commosso Maurizio Scaparro – mi era stata in effetti molto vicina lo scorso anno nella preparazione dello spettacolo, senza mai mancare di rimarcare la dura lotta che era stata necessaria per rappresentare un lavoro osteggiato dal potere proprio perché denunciava corruzione e ipocrisie. Un testo perciò molto attuale e nel quale la Proclemer continuava a credere, ancora una volta a conferma del non ostentato impegno civile che ha contraddistinto Anna per tutta la vita, a partire dalla coraggiosissima battaglia contro la censura che porto alla rappresentazione postuma di quello che è il capolavoro teatrale di Brancati».
Così lo Stabile etno rende omaggio ad un’artista dalla personalità forte e dalla spiccata connotazione culturale, “mostro” da palcoscenico in virtù della vocazione inesausta di cui ha saputo dare prova fino all’ultimo.