Si può tranquillamente asserire come l’organismo umano sia il prodotto della sua nutrizione, nel senso che il ruolo della nutrizione è quello di provvedere al mantenimento ed alla riparazione dei tessuti corporei, nonché quello importantissimo di prevenire numerose malattie, come ad esempio l’arteriosclerosi, la gotta, il diabete e come oggi ben si sa, anche talune neoplasie.
Anche la psiche subisce il condizionamento di una corretta ed equilibrata alimentazione, a sua volta anch’essa influenzata dall’emotività, dallo stress, dallo stato sociale e comportamentale, come si evince specialmente oggi dalla pubblicità massmediale sulle “presunte” corrette abitudini alimentari: una società in cui non basta corpo sano in mente sana, il corpo deve essere bello, tonico, magro e quali sacrifici siamo disposti ad affrontare per essere in linea con le tendenze di moda?
L’uomo va visto in una dimensione olistica dunque, anche per quello che riguarda l’equilibrio nutrizionale; pertanto una dieta va sempre personalizzata e basata sul sapiente uso del cibo, della interazione tra alimenti e assolutamente mai aggressiva, nel rispetto proprio delle valenze emotive oltreché della salvaguardia della salute.
Con il termine nutrizione vengono intesi sia le sostanze introdotte nell’organismo, sia l’insieme dei processi che gli alimenti subiscono a partire dall’assorbimento alla loro utilizzazione a livello cellulare; in tal senso i vari alimenti possono essere distinti in base alle loro funzioni : energetici(come glicidi e lipidi), plastici(come proteine e calcio, stimolanti per l’accrescimento), bioregolatori come le vitamine e i Sali minerali.
Quale è dunque l’apporto nutrizionale quotidiano, quella che in dietologia viene chiamata la “razione alimentare”? Nel determinarla è necessario tener conto del sesso del soggetto, dell’età, della spesa energetica giornaliera, dell’ambiente culturale ed etnico in cui vive, ma non bisogna scordare di alcune variabili importantissime, come lo stress psicofisico cui può andare incontro un individuo, o la preparazione dei cibi, tenendo anche conto delle sue abitudini ,nonché la composizione e la disponibilità degli alimenti e la loro metabolizzazione.
E’ importante in primis che l’apporto quotidiano sia vario, proprio per evitare che nella dieta siano assenti sostanze con valenza nutrizionale; quindi, tanto per dare una misura dei livelli quotidiani di nutrienti, si va da un fabbisogno medio di 2000 calorie per una donna sedentaria alle 3000 per un uomo con discreta attività fisica, inoltre va tenuto conto che i glucidi rappresentano la parte preminente dell’alimentazione, in quanto sono la fonte più rapidamente disponibile di energia per l’uomo.
La loro fondamentale importanza deriva dal fatto che vengono utilizzati dall’organismo per il lavoro muscolare e per le cellule nervose; i lipidi invece sono determinanti sia per l’apporto di energia sia perché favoriscono l’assorbimento di vitamine liposolubili (vitamine A,D, E e K) ed acidi grassi essenziali.
Anche la psiche subisce il condizionamento di una corretta ed equilibrata alimentazione, a sua volta anch’essa influenzata dall’emotività, dallo stress, dallo stato sociale e comportamentale, come si evince specialmente oggi dalla pubblicità massmediale sulle “presunte” corrette abitudini alimentari: una società in cui non basta corpo sano in mente sana, il corpo deve essere bello, tonico, magro e quali sacrifici siamo disposti ad affrontare per essere in linea con le tendenze di moda?
L’uomo va visto in una dimensione olistica dunque, anche per quello che riguarda l’equilibrio nutrizionale; pertanto una dieta va sempre personalizzata e basata sul sapiente uso del cibo, della interazione tra alimenti e assolutamente mai aggressiva, nel rispetto proprio delle valenze emotive oltreché della salvaguardia della salute.
Con il termine nutrizione vengono intesi sia le sostanze introdotte nell’organismo, sia l’insieme dei processi che gli alimenti subiscono a partire dall’assorbimento alla loro utilizzazione a livello cellulare; in tal senso i vari alimenti possono essere distinti in base alle loro funzioni : energetici(come glicidi e lipidi), plastici(come proteine e calcio, stimolanti per l’accrescimento), bioregolatori come le vitamine e i Sali minerali.
Quale è dunque l’apporto nutrizionale quotidiano, quella che in dietologia viene chiamata la “razione alimentare”? Nel determinarla è necessario tener conto del sesso del soggetto, dell’età, della spesa energetica giornaliera, dell’ambiente culturale ed etnico in cui vive, ma non bisogna scordare di alcune variabili importantissime, come lo stress psicofisico cui può andare incontro un individuo, o la preparazione dei cibi, tenendo anche conto delle sue abitudini ,nonché la composizione e la disponibilità degli alimenti e la loro metabolizzazione.
E’ importante in primis che l’apporto quotidiano sia vario, proprio per evitare che nella dieta siano assenti sostanze con valenza nutrizionale; quindi, tanto per dare una misura dei livelli quotidiani di nutrienti, si va da un fabbisogno medio di 2000 calorie per una donna sedentaria alle 3000 per un uomo con discreta attività fisica, inoltre va tenuto conto che i glucidi rappresentano la parte preminente dell’alimentazione, in quanto sono la fonte più rapidamente disponibile di energia per l’uomo.
La loro fondamentale importanza deriva dal fatto che vengono utilizzati dall’organismo per il lavoro muscolare e per le cellule nervose; i lipidi invece sono determinanti sia per l’apporto di energia sia perché favoriscono l’assorbimento di vitamine liposolubili (vitamine A,D, E e K) ed acidi grassi essenziali.
Le proteine sono altrettanto importanti, perché il mantenimento delle proteine corporee dipende essenzialmente dall’apporto con la dieta. Le proteine alimentari vengono scisse in parti sempre più piccole, dette aminoacidi, i quali vengono riassemblati in altre proteine che diventano proprie dell’organismo.
Le proteine che più si avvicinano per composizione a quelle del nostro corpo si trovano negli alimenti di origine animale, mentre quelle odi origine vegetale necessitano di interagire tra di loro o con altri alimenti per una ottimale utilizzazione. Una delle più razionali interazioni, ad esempio, e’ quella tra le proteine del formaggio con quelle dei cereali e delle patate.
In una dieta corretta, infine, non vanno tralasciati quantitativi adeguati di Sali minerali, vitamine ed acqua.
Nutrirsi dunque e’ un fatto culturale, perché alimentarsi non è un mero mezzo di sopravvivenza, ma una sana abitudine spontanea, che va al di là del soddisfacimento di bisogni fisiologici. Importante è che si tenga conto che nell’organismo possono anche accumularsi sostanze tossiche conseguenti a diete errate o ad inquinamento di vario genere.
In una dieta corretta, infine, non vanno tralasciati quantitativi adeguati di Sali minerali, vitamine ed acqua.
Nutrirsi dunque e’ un fatto culturale, perché alimentarsi non è un mero mezzo di sopravvivenza, ma una sana abitudine spontanea, che va al di là del soddisfacimento di bisogni fisiologici. Importante è che si tenga conto che nell’organismo possono anche accumularsi sostanze tossiche conseguenti a diete errate o ad inquinamento di vario genere.
Va dunque presa inconsiderazione non solo un’alimentazione corretta tesa ad ovviare ad errori (con conseguente comparsa di obesità, arteriosclerosi, diabete, per non parlare della depressione del sistema immunitario), ma anche una strategia di disintossicazione, sempre nel rispetto dei ritmi dell’individuo.
Teniamo presente che nel nostro Paese quasi il 50% delle persone oltre i 30 anni e’ sovrappeso; questo significa che l’alimentazione si basa sul consumo smodato di alcuni alimenti a scapito di altri; per la promozione del benessere e senza troppi sacrifici, la dieta più equilibrata sembra essere quella mediterranea, naturalmente in abbinamento con l’esercizio fisico e con la consapevolezza di ciò che si introduce nell’organismo.
Teniamo presente che nel nostro Paese quasi il 50% delle persone oltre i 30 anni e’ sovrappeso; questo significa che l’alimentazione si basa sul consumo smodato di alcuni alimenti a scapito di altri; per la promozione del benessere e senza troppi sacrifici, la dieta più equilibrata sembra essere quella mediterranea, naturalmente in abbinamento con l’esercizio fisico e con la consapevolezza di ciò che si introduce nell’organismo.
I prodotti alimentari devono essere di qualità, non troppo raffinati, privi di conservati artificiali e se possibile da coltivazioni biologiche.
Da quanto detto emerge una considerazione sul difficile compito di integrare un modello alimentare che salvaguardi la salute dell’individuo e che controlli i fattori di rischio relativi alle numerose malattie cronico degenerative, dall’arteriosclerosi ai tumori dunque. I dati epidemiologici scientifici sembrano sostenere che presso le popolazioni del Mediterraneo vi sia una minor incidenza di queste malattie e specialmente quelle cardiovascolari; sembra inoltre che la composizione lipidica e di fibre della dieta mediterranea modifichi il rischio oncologico.
L’assunzione della pasta, a esempio, assolvendo alla funzione di piatto unico, facilita il consumo di un minor numero di grassi animali, di cui è generalmente ricco il secondo piatto; l’olio di oliva crudo possiede attività antiossidanti, che proteggono sia dall’aterogenesi che dall’insorgenza di neoplasie. I legumi o i cereali integrali, spesso associati nel piatto unico, sono alimenti ideali per la prevenzione delle malattie cronico degenerative, sia per la diminuzione dell’apporto di grassi, sia per l’incremento dell’apporto di fibre, con controllo sulla glicemia ed i trigliceridi.
L’aglio si e’ dimostrato capace di inibire la cancerogenesi nei modelli sperimentali, mentre sia aglio che cipolla sono in grado di prevenire l’effetto iperlipemizzante di un pasto grasso con riduzione della formazione di placche arteriosclerotiche.
Da recenti studi sembra però che gli italiani stiano snobbando la dieta mediterranea, con consumi di frutta e verdura, ad esempio, appena sopra il minimo raccomandato dalla FAO o la quantità di carni rosse che e’ quasi due volte quella consigliata per il controllo dei tumori del colon.
Il 26 giugno scorso il Senato ha approvato una mozione sottoscritta da entrambi gli schieramenti per la valorizzazione della dieta mediterranea; e’ nata Terra Madre, una organizzazione che opera a livello mondiale per la salvaguardia e la promozione di produzioni alimentari sostenibili, in armonia con la natura e si oppone allo sviluppo scriteriato senza rispetto per l’uomo e l’ambiente e la ricerca del profitto a tutti i costi, dando realtà al concetto di slow food: buono pulito e giusto.
“Quid aliud sumus nisi it unde alimur”: che cosa siamo dunque se non quello che mangiamo, scriveva nel 1728 lo scopritore del glutine Beccari, ma gia’ i Sufi lo affermavano nell’antichità.
Di solito ce lo scordiamo, ma forse l’uomo è ancora in grado di rivalutare le sue autentiche necessità alla luce della sua vera essenza; tuttavia non manca di stupire e rammaricare quella che viene già definita “Young food disease”e cioè sindrome da cibo di scarto per i giovani… giovani che, quotidianamente, azzannano senza stare troppo a pensare , panini a lunga conservazione farciti di hamburger industriali e salse impronunciabili. E sembra che da queste abitudini alimentari nascano comportamenti caratterizzati da instabilità emotiva ed aggressività…
Gabriella Pison
Da quanto detto emerge una considerazione sul difficile compito di integrare un modello alimentare che salvaguardi la salute dell’individuo e che controlli i fattori di rischio relativi alle numerose malattie cronico degenerative, dall’arteriosclerosi ai tumori dunque. I dati epidemiologici scientifici sembrano sostenere che presso le popolazioni del Mediterraneo vi sia una minor incidenza di queste malattie e specialmente quelle cardiovascolari; sembra inoltre che la composizione lipidica e di fibre della dieta mediterranea modifichi il rischio oncologico.
L’assunzione della pasta, a esempio, assolvendo alla funzione di piatto unico, facilita il consumo di un minor numero di grassi animali, di cui è generalmente ricco il secondo piatto; l’olio di oliva crudo possiede attività antiossidanti, che proteggono sia dall’aterogenesi che dall’insorgenza di neoplasie. I legumi o i cereali integrali, spesso associati nel piatto unico, sono alimenti ideali per la prevenzione delle malattie cronico degenerative, sia per la diminuzione dell’apporto di grassi, sia per l’incremento dell’apporto di fibre, con controllo sulla glicemia ed i trigliceridi.
L’aglio si e’ dimostrato capace di inibire la cancerogenesi nei modelli sperimentali, mentre sia aglio che cipolla sono in grado di prevenire l’effetto iperlipemizzante di un pasto grasso con riduzione della formazione di placche arteriosclerotiche.
Da recenti studi sembra però che gli italiani stiano snobbando la dieta mediterranea, con consumi di frutta e verdura, ad esempio, appena sopra il minimo raccomandato dalla FAO o la quantità di carni rosse che e’ quasi due volte quella consigliata per il controllo dei tumori del colon.
Il 26 giugno scorso il Senato ha approvato una mozione sottoscritta da entrambi gli schieramenti per la valorizzazione della dieta mediterranea; e’ nata Terra Madre, una organizzazione che opera a livello mondiale per la salvaguardia e la promozione di produzioni alimentari sostenibili, in armonia con la natura e si oppone allo sviluppo scriteriato senza rispetto per l’uomo e l’ambiente e la ricerca del profitto a tutti i costi, dando realtà al concetto di slow food: buono pulito e giusto.
“Quid aliud sumus nisi it unde alimur”: che cosa siamo dunque se non quello che mangiamo, scriveva nel 1728 lo scopritore del glutine Beccari, ma gia’ i Sufi lo affermavano nell’antichità.
Di solito ce lo scordiamo, ma forse l’uomo è ancora in grado di rivalutare le sue autentiche necessità alla luce della sua vera essenza; tuttavia non manca di stupire e rammaricare quella che viene già definita “Young food disease”e cioè sindrome da cibo di scarto per i giovani… giovani che, quotidianamente, azzannano senza stare troppo a pensare , panini a lunga conservazione farciti di hamburger industriali e salse impronunciabili. E sembra che da queste abitudini alimentari nascano comportamenti caratterizzati da instabilità emotiva ed aggressività…
Gabriella Pison