Il grido di Voltaire, quello di schiacciare l’infame, rappresenta la lotta contro il fanatismo religioso, tipico della sua epoca, in contrapposizione con il vivissimo anelito di tolleranza che ampiamente descrive nel suo Dictionnaire philosophique portatif del 1764.
Cos’e dunque la tolleranza, cosa si nasconde dietro questa parola che si presta a molte interpretazioni e congetture…? E’ un termine religioso, socioculturale, spirituale relativo alla capacità di sopportare e consentire opinioni ed idee diverse dalle proprie con indulgenza, accettando gli altrui difetti e debolezze…perdoniamoci l’un l’altro le nostre follie, questo è il primo principio del diritto naturale…la concezione di Voltaire si esplicita splendidamente però quando scrive ”Odio quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo”.
La tolleranza nasce dunque da un atteggiamento positivo, dall’accettazione di ciò che è diverso, proprio in quanto parte del tutto; tollerare non vuol dire accettare acriticamente, supinamente ogni tipo di cultura, di fede, di idea, ma significa che è possibile esprimere un giudizio, un parere, che ha come unico riferimento la verità e solo usando lo strumento verità si può cercare l’accordo tra le differenti teorie.
E’ interessante a questo punto ricordare il pensiero di Locke, dopo la pace di Westfalia del 1648( “ Cuius regio eius religio “) ,che segna un momento storico determinante per l’intolleranza religiosa: “Nessuno può dirsi Cristiano se impone agli altri la sua religione con la forza e la violenza”. Ed è proprio la intolleranza sul piano religioso che ha portato l’uomo a guerre e persecuzioni per difformità di pensiero; estendendosi ad altri campi, nei confronti di appartenenti ad etnie diverse, nei confronti di malati di AIDS , verso coloro che si trovano in condizioni di disagio sociale o verso chi ha divergenze in campo politico si è fatta ancora strumento di violenza ed instabilità sociale. Fortunatamente nel frattempo è il concetto di tolleranza è diventato parte integrante di molte culture e di carte dei diritti di molte nazioni.
C’è un rischio però nella tolleranza, quello che non mettendo in discussione le opinioni diverse, si giunga ad una visuale univoca della realtà, che comprometta la libertà di espressione ; tollerare significa accogliere qualunque tipo di cultura solo per il semplice fatto che esiste e di conseguenza non è giudicabile, ma allora ad esempio come si concilia l’esperienza di chi tollera lo straniero e quindi contemporaneamente non tollera un comportamento razzista ?Se si concede all’intolleranza di venir tollerata, si distrugge automaticamente la tolleranza e lo stato di diritto.
La globalizzazione oggi ci porta ad una sfida epocale, sia da un punto di vista antropologico che culturale e religioso: con il pluralismo , che nega l’intolleranza ed anela all’universalità, considerando ogni identità con uguale dignità, ci viene chiesto di realizzare il processo di integrazione con quelle culture diverse dalle nostre cui appartengono sempre un maggior numero di individui . Nell’ Europa del ventunesimo secolo, dove si incontrano civiltà distanti geograficamente, socialmente e culturalmente, si deve affrontare la realtà dei flussi migratori, abbandonando pregiudizi ,discriminazioni ed analisi superficiali, per consentire, grazie al principio di tolleranza, l’integrazione, la crescita, l’inserimento e dare un senso di appartenenza a chi , pur proveniente da Paesi molto lontani dal nostro, ha la nostra stessa dignità.
Qualcuno ha scritto che la tolleranza esprime l’armonia della differenza; perciò dobbiamo essere consapevoli che abbiamo a disposizione degli strumenti come la libertà di coscienza e la fiducia nella verità, che, ispirandosi al principio di Voltaire, ci consentono di trattare gli altri con il rispetto che meritano e di essere rispettati, pur col nostro bagaglio di imperfezioni .
Infine, con le parole di Khalil Gibran, quale migliore proposito per l’anno nuovo?
La forza dell’amore, della vita, del rispetto è sempre impregnata della tolleranza che implica la rinuncia all’egocentrismo, all’esercizio della potenza. Nel loro interagire tolleranza e forza si compensano riuscendo a spezzare le pesanti catene del male e della negatività che tengono imprigionato l’essere umano, donandogli la libertà.
Gabriella Pison