L’arte segue strade inaspettate, a volte inconsuete, eppure “Viaggio tra le vie dell’arte” è un appuntamento ormai abituale, che si ripete con costanza. Le tappe del percorso, in questo nuovo anno, sono state Catania, Roma, Gallipoli, per tornare ancora una volta al punto d’origine. La meta salentina, seguita a quella romana, ha reso ufficiale il Movimento Alienista, il cui manifesto era stato già redatto e presentato lo scorso anno. Nei giorni 9 e 10 febbraio, infatti, si è tenuta l’inaugurazione della mostra di pittura e scultura di uno dei fondatori del movimento, Giorgio De Cesario, con un vernissage dal titolo “Dall’attualità al fantasy”. La “Casa degli artisti”, l’abitazione-museo di Giorgio De Cesario e della professoressa Cristina Maritati, ha accolto i numerosi visitatori giunti ad ammirare le opere dell’autore, che rappresentano a pieno titolo lo spirito del movimento.
I lavori della nuova produzione artistica di De Cesario, nel concreto, individuano alcuni dei momenti salienti della cronaca odierna, nera o scandalistica; esempi che sottolineano l’allontanamento dell’uomo dai valori di un tempo e dai suoi sentimenti, fino a divenire quasi alieno a se stesso. Solo l’arte può scuotere e risvegliare le coscienze fino sublimare le brutture del quotidiano, trasfigurandole in metafore e moniti, come facevano le fiabe nel passato. La serata del 9, quindi, ha preso avvio con il benvenuto di Cristina Maritati e con una sua breve presentazione dello spirito della Casa, da sempre teatro di rassegne e iniziative culturali. La parola è poi passata a Vera Ambra, presidentessa di Akkuaria, la quale ha ricordato le linee guida del Movimento e illustrato le opere di De Cesario. Tra tutte, al centro della sala, spiccava la scultura La sposa lasciata, che insieme al dipinto Donna con le valigie, è l’emblema della condizione attuale della famiglia. Mentre quest’ultimo rappresenta le donne scomparse, però, e spesso vittime di violenza estrema, il primo rappresenta la donna “ripudiata”, colei che è sottoposta al continuo logorio causato dal dover soddisfare aspettative sempre più pressanti da parte della società e del proprio compagno. Colei che, per inseguire obiettivi imposti da esempi mediatici, i quali presentano modelli femminili alieni alla realtà di tutti i giorni, televisivamente performanti e chirurgicamente perfetti, finisce col perdere se stessa e assumere un’identità che non le appartiene. Secondo l’autore, solo la forte scossa dell’abbandono riesce a darle lo slancio definitivo per ritrovare se stessa, seguendo un percorso che potrebbe essere fondamentalmente disseminato da lacrime vermiglie di sofferenza, ma che lei può trasformare nuovamente in petali di rose.
La serata è proseguita con dialoghi e momenti conviviali tra i vari ospiti intervenuti, per i quali, all’ingresso della casa-museo, erano state messe a disposizione le “Parole Donate”. Cartoline con su scritte delle parole, donate, appunto, da alcuni artisti aderenti al movimento Alienista e facenti parte di un percorso di “educazione sentimentale” promosso attraverso di esso. L’iniziativa “Seminare parole per raccogliere buoni frutti”, presentata a Roma il 2 febbraio sempre in occasione di Viaggio tra le vie dell’arte, infatti, segue un percorso itinerante, una sorta di carovana ideale a cui, di volta, in volta, si dovranno aggregare nuovi “viaggiatori”. Essa rappresenta la volontà di ripartire dal significato delle parole: non più meri contenitori ma simboli di un impegno, che il donatore di ciascuna parola e colui che la accoglie si assumono l’incarico di concretizzare.
Una serata intensa, quindi, fatta di cultura, emozioni, e con l’attenzione rivolta soprattutto alla socialità e al confronto; con lo scopo di ritrovare noi stessi anche attraverso l’altro, risvegliare la nostra umanità, ormai ceduta in cambio di un falso ideale di progresso, e della quale possiamo e dobbiamo riappropriarci per riuscire a produrre il reale cambiamento evolutivo.
Ilaria Ferramosca