Olio usato: un pericolo per la Natura

Posted by on Jul 31st, 2012 and filed under Ambiente. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. Both comments and pings are currently closed.

“Questo argomento principalmente è rivolto alla vita domestica di noi tutti e riguarda l’olio usato per la frittura o per le conserve sott’olio che immancabilmente va a finire negli scarichi dei lavandini delle abitazioni civili”.
 
Molti anni fa, mentre passeggiavo sul lungo mare di Catania, vidi una larghissima e bruttissima macchia oleosa che sbatteva sulle onde senza alterare minimamente la sua forma né spostarsi più di tanto dal luogo dov’era allocata, sembrava un’enorme cicca di Chewingum appiccicata sotto una suola di scarpa che in qualche maniera non si lascia portare via. Mi dava una brutta impressione e mi provocava una grande impotenza nel pensare al problema dell’inquinamento che ci tocca sempre più da vicino.

In tempi più recenti, invece, una delle solite e.mail che girano come le catene di sant’Antonio, mi avvisata dei danni provocati dai residui di olio usato per la frittura che immancabilmente va a finire negli scarichi dei lavandini.
Ovviamente il mio pensiero era corso subito all’immagine di padelle dopo la frittura delle melanzane o delle polpette ancora caldo scorrere lungo i tubi di scarico oppure alle coppe d’olio dei motori delle auto riversate in qualche angolo del giardino o nei tombini della città e qui l’immagine di quelle pellicole sottili che si formano con l’acqua davanti ai miei occhi erano diventate amebe spaventose che creavano uno sbarramento che impediva la vita dell’acqua.
L’olio usato versato sul terreno raggiunge la falda freatica e forma uno strato che si sposta con la falda stessa e può raggiungere i pozzi di acqua potabile anche molto lontani causando gravi conseguenze alla salute pubblica. Se disperso in acqua invece crea una patina sottile e impermeabile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. Per avere un’idea di quanto sia dannoso basti sapere che 4 chili di olio usato, l’equivalente di un normale cambio di un’auto, se versati in mare inquinano una superficie grande come un campo di calcio. Se invece viene bruciato impropriamente, l’olio usato immette nell’atmosfera sostanze tossiche inquinanti in grado di determinare intossicazioni e malattie.
Anche l’olio di frittura usato non è, al contrario di quanto si potrebbe pensare, biodegradabile e organico. Anch’esso, se disperso tramite gli scarichi e le fognature di casa, va ad inquinare l’acqua impedendo ai raggi solari di penetrare causando ingenti danni all’ambiente. Basta anche un solo  chilogrammo di olio di frittura esausto per rendere non potabile l’acqua delle falde, arrecando gravi danni anche al funzionamento dei depuratori. L’olio di frittura non può essere poi utilizzato come concime per le piante. Anche in questo caso, oltre a penetrare nel terreno e inquinare le falde, impoverisce il terreno dei microorganismi necessari per la vita delle piante stesse.
Per questi motivi sia gli oli usati per i motori che quelli usati in cucina devono essere smaltiti in maniera appropriata, raccolti in contenitori opportuni e non gettati semplicemente nei bidoni della raccolta differenziata. La loro raccolta e il loro trattamento al fine del recupero devono essere svolti da aziende specializzate che fanno capo ai due Consorzi nazionali.
Da qualche mese avevo iniziato a fare delle ricerche per capire quali potevano essere i rimedi a questa necessità che più che mai diventa impellente, fino a quando ieri sera, per caso, ho visto ad Acitrezza “un’isola ecologia”, proprio nella piazza principale, dove migliaia di persone tutte le sere si accalcano per godersi un po’ di fresco vicino al mare.
Una luce di speranza subito mi si è accesa nel cuore pensando anche che oggi la scelta di fare la raccolta differenziate dei rifiuti è entrata a pieno titolo nella mentalità della gente e che il problema dell’ecologia e della salvaguardia del pianeta sta toccando un po’ più da vicino tutti noi.

Soltanto prendendo la consapevolezza che l’olio usato è un rifiuto pericoloso. AL mio rientro a casa ho fatto una piccola ricerca in rete e ho scoperto i risultati di uno studio sull’utilizzo dell’olio usato realizzato dagli allievi dell’ITI Cannizzaro Catania. Titolo del lavoro: Dall’olio fritto un pieno di biodiesel che può essere scaricato su questo indirizzo: http://www.chimica-cannizzaro.it/files/relazione_lavoro_svolto.pdf

Ecco perché l’abitudine di raccogliere l’olio usato in casa deve essere al pari della raccolta del vetro, della carta e della plastica: con la buona volontà di tutti potremmo sicuramente migliorare la qualità della vita del pianeta.

L’olio da cucina esausto è un rifiuto che, se disperso nell’ambiente o smaltito attraverso la rete fognaria provoca gravissimi danni all’ambiente. Se invece è ben trattato, l’olio riciclato può essere utilizzato come base per oli lubrificanti o può essere avviato alla produzione di asfalti e bitumi o impiegato per produrre mastice, collanti e saponi industriali.

Le regole da seguire
1) Non gettare assolutamente in questi contenuti l’olio usato dei motori.
2) Evitare di gettare assieme all’olio anche i residui di cibo.
3) Si consiglia di accumulare l’olio di frittura in casa in una bottiglia di pratica o di latta e smaltirla periodicamente riversandola nel bidone presso l’isola ecologica più vicino a voi.
A tal proposito  invitiamo le Amministrazioni Comunali e i responsabili dei vari condomini a visitate il sito della società ECOLOGICA ITALIANA SRL  http://www.ecologicaitaliana.com/Index.html

l’azienda mette a disposizione gratuitamente una stazione di raccolta per gli oli usati.
La Società è sempre disponibile per ogni esigenza e la si può contattare al numero di rete fissa Tel e Fax 091 866.8671 – 091 868.9884 dalle ore 09:00 alle ore 18:30.
 

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